Il sangue dal naso
voglio amarlo fino a farmi uscire il sangue dal naso e se non esce voglio (e non voglio) sentire il bollore rumore del sangue che non trova l’uscita e si muove uno spasmo di dentro e mi guardo e infine distesa mi guardo le mani: se le staccassi dai polsi celebrerei d’incanto una via di uscita , penso.
senza polsi mi calmo
esplodo il mio sangue e il quadro è completo: il rosso del sangue, il divano è bianco, la parete è arancio. la musica è di bernd steidl e finalmente quando smetto di volere, nel liquido volare, sono niente
sparisco. vorrei che mia madre non se ne accorgesse. e tutti continuassero
mi pesava un pò la vita mbè?che c‘entra? liquida adesso ballo. e sono le parole di “Donna Cuncetta cacciate tutt’e ricordi ‘a ‘mpietto donna Cuncetta alluccate pè dispietto” e nelle vene delle mani di Totò che vecchio recita A’cunzegna: azzurre e sporgenti sembrano il tunnel che da casa mia porta a Sorrento con tutte le macchine dentro; nella corsa rallentata di Massimo nel Postino; tra le ciglia di Frida Kahlo sul suo letto all’Henry Ford Hospital; dentro i camion di JTLeroy sono la maschera e il rossetto di ciliegia che coprono il suo dolore e ho la mano di gesù perchè risponde sollievo la sua compassione
e poi e poi e poi per un istante sono innamorata ancora accanto a lui. e mi incanto e seguo il suo canto lui fuma e con la testa piena di capelli che muovono la musica sono pure quella e in quella SUA di musica che m’assomiglia lo guardo dormire e lo guardo guardarmi e mi riprendo l’istante di eternità e bellezza perchè qui io non voglio e non sono e non desidero niente
ma per quanto... continuo a respirare che palle mi devo ricordare di non tornare a guardare questo film
potrei decidere che non ho il plug-in giusto da istallare e per non soffrire una page cannot be found sarà più facile non tornare...
...e tutti imparano a spiegare qualcosa che rimane... sarà....nananannannaà.... un’altra strada che ci sarà-à ....nanà...e forse arriveremo in tempo ...mmmm....sarà ....tutto in un momento... oooo ‘e pò sputa ‘nfaccia a chi te sfotte e nun te dà non si può vivere e guardare qualcosa che fa male......mmm
e ppò nun mm’a ricord cchiu’ ma pino daniele mi salva sempre ... e tutto insieme io ho il sorriso disperato di Glen Close in quel film che non mi ricordo il titolo; il silenzio rivoluzionario di Clara nella Casa degli spiriti; tutto l’amore incazzato e deciso di Meryl Streep ne I ponti di Madison County; la dignità e il coraggio del padrone di casa nell’Oro di Napoli e tutto insieme respiro e adesso pure mi muovo
di scatto mi alzo ma sono certa che a rallentatore vedrei il mio corpo rispondere più che alla forza di gravità ad altre forze orizzontali e a vederlo il movimento è quello del lenzuolo a due piazze quando si rifà il letto che si gonfia di aria sbattuto da braccia pesanti e partono le onde -dalle mani al lenzuolo: rigide e strette e poi ampie e leggere -profumo di Omino Bianco al sapone di marsiglia
mi affaccio. allo stesso modo del lenzuolo ora le nuvole si stanno aprendo gli associo il profumo di Omino Bianco al sapone di marsiglia
e mentre ragiono quante cose posso decidere di diventare in un quarto d’ora per sopravvivere oppure non farlo e tutti i buoni eccellenti motivi per fare sia l’uno che l’altro, ho compassione del mondo un dejavu e una percezione
in cucina mi faccio un caffè. onestamente mi vien da ridere.
Momentaneo
abito il vento in silenziosa solitudine a cullare il non ritorno e nessuna casa.
alcun rumore mentre brucia il mio tempo senza attesa: ne scruto il senso comodamente e, di vista acutissima, il procedere /celere e scomodo/ di me e di tutti dentro relazioni sull’uscio con qualcuno che, becco adunco, accenna ad un aiuto e mostra artigli: non entrare!
procedo a forza di carezze accennate e tiepidi calori.
della mia assenza non se ne accorgerebbe: la gente che mi ha sorriso è già altrove, passeggera di un altro mondo.
mi isolo in questa città senza vicinanze /nemmeno dentro il corpo del mio amante trovo occhi aperti e non li trovo che brevemente in te amica mia
ma forse li ho già chiusi io da tempo.
sono napoletana e so cos’è il calore; il fuoco dell’abbraccio è quieto sotto il vulcano che quando sono alla finestra /da lì lo vedo sempre/ fa cenno di aspettare... e il volo immobile riposa su correnti ascensionali come in alta quota sa sfruttare la strategia naturale di aquile e di altri rapaci.
e mentre tutto accade. e mentre tutto passa. calmo ogni respiro, fino al prossimo segnale. il lusso di un suicidio momentaneo: me lo concedo
dormo.
Contaminazione
non so fare bolle di sapone con un filo di foglia
invece di stare qui ad arrossarmi il viso con questa stufa e rincoglionirmi il cuore di tv
invece di dover stare /fottuta in un mondo di perdenti fallito di schifezze ipocrite
scelgo la mia apnea più facile per non dover stare più a sentirti
dentro al posto da dove eri venuto a riprendermi
e tu non devi più guardarmi!
mentre passo la mia nel prêt à porter che ho trovato, la vita puzza /e mi libero della tua menzogna, la contaminazione
ed ecco qui che sei merda come tanta merda.
ed ecco qui che sei morto.
quello che hai fatto a me tu non lo sai;
quello che mi hai tolto non lo capirai mai.
Solo in giorni chiari porto i miei capelli a passeggio
particolari in difficoltà dentro frammenti di bocca e coriandoli intestini spappolati /quale te stesso in un frantume senza peso specifico e nessuna unità sufficiente a seppur minima vita spezzata /è sprezzante.
solo in giorni chiari porto i capelli a passeggio a consumare un tempo e un destino distorto distaccato /e DISTACCO diventerà il nome mio più appropriato almeno a marzo o forse fino a aprile sulle sabbie labili di una mente affollata e da questa io mi affaccio ed è per questo che cerco cose vere sentite appropriate. e dove cercare costretta in un istante recondito /profondo.
superato il secondo, dopo è tutto diverso /e INCOSTANTE il nome mio più appropriato adesso e non oso avere fede neanche in me o posso solo riconoscermi e confondermi in me stessa senza uccidermi. strade e direzioni con orientamento orizzontale o verticale per parole a bandiera a destra se tutto va bene tabulazione a sinistra.e punto. e un’altra morte dopo il punto. non c’è che andare a capo dentro la rinascita di un foglio nuovo e per non spaventare il suo bianco:
piove /il mio angelo mi fa sorridere nella pressione della macchina degli abbracci fatta di legno e cuscini e il morbido ha il profilo di un vettore risultante, ha il segreto della serenità nella forza della disperazione.
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